Scopri Laos
Scopri con noi tutte le informazioni ed una guida viaggi dettagliata alla scoperta del Laos.
Il Laos è uno Stato del sud-est asiatico senza sbocchi sul mare. Confina a nord con la Cina, ad est con il Vietnam, a sud con la Cambogia, ad ovest con la Thailandia e a nord-ovest con la Birmania.
La presenza di uomini preistorici nelle province di Houaphanh e Luang Prabang, risalgono a circa 40.000 anni fa, testimoniati da reperti archeologici rinvenuti nel tempo. Altri studi dimostrano insediamenti agricoli nella valle del Mekong risalenti al 4000 a.C.; tra le prime etnie che popolarono il Laos vi furono quelle Khmuiche, migrate dalla Cina.
La crescente influenza del Regno di Funan, tra il I e il V secolo d.C., diffuse nel sud dell’Indocina la civilizzazione Indù. A partire dal VI secolo si diffuse anche la cultura Dvaravati, dove grazie alla conversione al Buddhismo Theravada, l’emergente popolo Mon fondò diversi principati nelle odierne Birmania e Thailandia.
Alla fine dell’VIII secolo, l’Impero Khmer assunse per 500 anni il ruolo religioso di guida dell’Induismo; la prosperazione di queste due culture permise alla nascita della famiglia linguistica Mom Khmer.
Fu in questo contesto che per due secoli, nella parte della valle del Mekong, si formarono le prime municipalità chiamate Muang, che riuscirono a mantenere una certa autonomia nei secoli, conservando i propri regnanti, nonostante venire poi assoggettate come stati vassalli dai Khmer e dai Champa.
Tra il X e il XII secolo, a causa di una imponente migrazione dal sud della Cina delle popolazioni tai, si crearono enormi insediamenti che diedero luogo a diversi sottogruppi, tra i quali i Lao, i Thai, gli Shan e gli Ianna. Nel XIII secolo, tali gruppi abbracciarono la fede del Buddhismo Theravada, che in breve si sarebbe affermata in tutta l’Indocina.
Nel XIV secolo, con il declino dei Khmer, il principe Fa Ngum unificò i principati del Laos e fu incoronato sovrano di Lan Xang, rendendo il Buddhismo Theravada religione di Stato. Dopo diverse guerriglie durate per tutto il secolo, nel 1500 con l’ascesa al trono di Visunarat, Lan Xang tornò a prosperare; il re fu un fervente religioso che fece costruire molti templi e diede slancio alle arti. Il suo successore Phothisarat I, figlio del vecchio re, seguì le orme del padre, dichiarando illegale l’Animismo, che tutt’ora è alla base di questa cultura.
Nei secoli diverse battaglie si susseguirono per motivi religiosi e territoriali, soprattutto con la vicina Birmania, costringendo il Laos a spostare la capitale più volte. Le lotte cessarono momentaneamente nel 1638 con l’ascesa al trono di Surigna Vongsa, anch’esso devoto religioso e amante delle arti; egli fu uno dei più longevi monarchi esistiti al mondo portando il regno al massimo splendore e all’unificazione. Dopo la sua morte gli antichi conflitti riaffiorarono.
I sovrani successivi non seppero conciliare le varie fazioni nobiliari, spaccando nuovamente il Paese in tre regni con altrettanti monarchi, ideologicamente distanti l’uno dall’altro, per cui sempre in lotta tra loro; fu allora che l’Isan venne annesso al Siam.
Nel 1893, i laotiani accolsero con favore il conflitto tra la Francia e il Siam, rendendo il Paese nuovamente unito, diventando parte dell’Indocina francese. In quel periodo venne coniato il termine Laos e la popolazione vide migliorare sensibilmente le sue condizioni di vita seppur i francesi utilizzarono il Paese solo come stato cuscinetto tra i propri territori.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale cambiò gli equilibri nella regione, soprattutto dopo l’invasione tedesca della Francia, che privò l’Indocina di gran parte dei rifornimenti. Il governo nazionalista di Bangkok, grazie al precedente intervento dell’Impero del Giappone, riuscì a prendersi buona parte dei territori laotiani ceduti ai francesi. Dopo essere stati occupati nuovamente dal Giappone, che ebbe però un tracollo sempre inseguito al conflitto mondiale in corso, il Laos finalmente si proclamò Stato indipendente. Questo periodo durò però solo fino al 1946, quando i francesi ripresero il controllo del Paese. Diverse guerre interne permisero al Laos di raggiungere nuovamente la propria indipendenza nel 1954, contemporaneamente però dovette fronteggiare una lunga guerra civile che si intrecciò con la vicina guerra del Vietnam. Questa situazione portò il Paese ad un tracollo economico, rendendo le condizioni di vita drammatiche.
Dopo essersi reso nuovamente indipendente negli anni, dal 1992 il Paese ha aperto finalmente le frontiere al turismo, apportando così una maggior stabilità economica.
Continua a scoprire la nostra guida viaggi Laos con tutte le informazioni necessarie e andiamo alla scoperta di Luang Prabang. Sicuramente è una delle mete più visitate, a cui vanno dedicati almeno un paio di giorni. Il fascino e il romanticismo della vecchia capitale, fa sì che se ne resti estremamente affascinati.
La primissima visita va dedicata al Palazzo Reale: Risalente al 1904, è un edificio in stile coloniale, un tempo residenza dei reali del Laos. Le sale al suo interno sono di una bellezza da togliere il fiato, soprattutto quella del trono. All’interno del palazzo si trova anche il garage con la collezioni di automobili, ma soprattutto il Wat Ho Pha Bang, il tempio costruito per ospitare la preziosissima statua del Buddha, da cui prende nome la città.
Dietro al Palazzo Reale si può prendere un traghetto per arrivare nella sponda opposta del Mekong e visitare il Distretto di Muang Chomphet, dove l’atmosfera è pari a quella di un villaggio rurale tradizionale. Qui si trovano diversi templi interessanti e poco affollati come il Wat Xieng Maen e il Wat Chompet, la cui vista lascia a bocca aperta. Inoltre, in questa zona è possibile visitare la Grotta Tham Sakkalin, che pur se estremamente umida, il suo interno è di una bellezza disarmante.
Se si decide di dormire una notte in questa città, il mattino dopo di buon orario è interessante andare a visitare il Uxo Laos Information Center, a circa venti minuti a piedi dal Palazzo Reale. Qui ci si può rendere meglio conto di quanto il Laos sia stato martoriato durante la Seconda guerra d’Indocina. Pur non essendo un luogo piacevole, è doveroso visitarlo.
Nella stessa zona è possibile visitare altri templi come il Wat Manorom e il Wat That Luang.
Ad un’altra ventina di minuti ci si può dirigere prima al grande mercato Phosi Market, decisamente pittoresco e coloratissimo e successivamente al Centro Culturale Ock Pop Tok, a cinque minuti a piedi dal mercato, dove si possono ammirare prodotti artigianali di ottima qualità, lavorato dalle donne locali.
Dopo pranzo, tornando verso il centro, un altro punto forte della città è il Phu Si. E’ la collinetta di cento metri che caratterizza lo skyline della città. Alla sommità svetta uno Stupa dorato e diversi templi, nonché un’impronta di Buddha e moltissime statue; visto l’orario è consigliabile aspettare il tramonto, in quanto il paesaggio si veste di colori meravigliosi.
Se si decide di restare un terzo giorno, la città offre diverse possibilità: tra le cose più interessanti, la possibilità di prendere parte ad un corso di cucina laotiana; molti ristoranti propongono corsi di cucina con annesso giro al mercato locale, della durata di quattro ore circa.
Per una visita culturale, una tappa interessante è il Wat Xien Thong, un complesso formato da diversi edifici uno più bello dell’altro; poco lontano al confluire dei 2 fiumi, si trovano dei meravigliosi giardini, che permettono di concedersi un po’ di relax guardando le imbarcazioni passare. Inoltre, verso sera c’è la possibilità di poter frequentare un tranquillo corso di yoga.
Sempre in zona, si consiglia di fare una sosta al tempio Wat Xieng Lek ed al tranquillo villaggio di artigiani Ban Xang Khon, una breve successione di case e botteghe di artigiani.
Un’altra possibilità è la visita alle Cascate Kuang Si, un’escursione fuori città davvero popolare che occupa circa due ore di tempo, dove le acque cristalline e le piscine naturali creano un posto meraviglioso ed unico.
Quest’area è famosa per le sue circa 4000 Isolette. Situate nel Laos Meridionale, al confine con la Cambogia, questo complesso di isole si adagiano sul fiume Mekong; il numero delle isole cambia a seconda della stagione delle piogge, che ne copre circa la metà. Tuttavia le principali, come Don Det, Don Khone e Don Khong sono sempre visitabili, in quanto non sono soggette a questo fenomeno.
Ogni isola è infatti diventata punto di riferimento per un preciso tipo di turismo; la maggior parte sono tranquille, dove potersi rilassare in qualche resort, mentre altre come Don Det sono sicuramente più incentrate sulla movida.
In queste isole non c’è molto da fare, ma molto da vedere. Il modo migliore è affittare una bicicletta ed esplorare il territorio. Qui si possono visitare i resti della Prima Ferrovia del Laos, oppure le impetuose cascate di Khone Phapheng, assomiglianti più a rapide che a vere e proprie cascate. Altra grande attrazione sono i delfini, visibili con piacevoli escursioni in barca, altro mezzo adatto per visitare la zona.
Capitale fuori dal comune, Vientiane, rappresenta la nazione del Laos, il cui motto è andare senza fretta dove il fiume Mekong fa da scenario a tramonti indimenticabili.
La città offre moltissimi templi, alcuni più interessanti altri meno. Le informazioni della nostra guida viaggi sul Laos, consigliano di non tralasciare (a circa un’ora a piedi dal centro) la visita a Pha That Luang: uno Stupa dorato che rappresenta sia il simbolo della religione buddhista, sia la sovranità del Laos. Intono ci sono altri templi minori e statue che completano il complesso.
Il Wat Si Saket è un altro tempio situato nella zona centrale della città. Il complesso ruota attorno ad un tempio principale, nel cui interno si possono ammirare delle splendide pitture parietali, mentre nel chiostro si trovano 2000 statue del Buddha. Poco distante si trova il Haw Pha Kaew, ex tempio convertito in museo dove si possono ammirare statue, incisioni e immagini sacre.
Altra tappe suggestive sono il COPE, la Cooperativa di Ortesi e Protesi ed il tempio Wat Si Muang, che custodisce il pilastro della città. Il tempio, molto caro agli abitanti, sorge sui resti di un antico tempio induista di epoca Khmer, dove risiede lo spirito protettore del luogo.
Non lontano si incontra il Wat Xieng Khuan, più noto come Buddha Park: è un’area non particolarmente estesa in cui si trovano circa 200 sculture del Buddha, alcune molto grandi e la maggior parte decisamente curiose.
Anche qui le attività di yoga, meditazione e la possibilità di rilassarsi in saune con erbe laotiane non mancano.
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Sull’altopiano di Xiangkhoang, a poca distanza da Phonsavan, si estende uno dei siti archeologici più misteriosi al mondo: il paesaggio è contornato da circa oltre 2000 giare, dove il turista è guidato tramite un percorso in sicurezza, in quanto alcuni tratti sono ancora pericolosi in seguito ai bombardamenti della Guerra del Vietnam.
La particolarità di questo sito è proprio la presenza di queste giare, risalenti a 2500 anni fa ed alte fino a 3 metri; le giare grandi avrebbero avuto la funzione di esporre i defunti agli elementi, mentre le piccole venivano seppellite insieme ad essi.
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Sulle rive del fiume Mekong di fronte a Nakhom Phanom, città thailandese, sorge Thakhek. La città si trova in una zona scelta dai francesi, che iniziarono a costruirla nel 1910. Tutt’oggi l’influsso francese è ancora evidente, non solo nell’architettura delle case, ma anche per la Place de Ville, con tanto di fontana, difficile da vedere in queste zone. Il luogo più interessante si trova a sei chilometri a sud dal centro, il Wat Pha That Sikhotabong, uno dei luoghi di pellegrinaggio più sacri del paese e un ottimo punto panoramico, soprattutto al tramonto.
L’area offre diverse grotte da poter esplorare: Tham Pa Fa, con una collezione di 229 Buddha di bronzo di oltre 300 anni e la Grotta dell’Elefante, altro importante luogo di pellegrinaggio per i locali. La formazione rocciosa a forma di elefante dà il nome alla grotta, accessibile su una gradinata attraverso diversi livelli: dall’esterno si gode una vista mozzafiato sulla pianura e sulle altre montagne calcaree; la Grotta Pha Nya in Cave, con molte statue buddhiste ed una grande area illuminata naturalmente con soffitti di stalattiti e una piscina naturale.
La cittadina di Savannakhet è di per sé un piacevole approdo per viaggiatori provenienti dalla Thailandia o dal nord. La bellezza di questo posto sono i dintorni coperti per il 60% da foreste. Qui gli amanti del trekking potranno avventurarsi nelle aree protette di Dong Phou Vieng e Phou Xang Hae, dove vivono animali come elefanti, rari entelli ed il cervo di Eld. La città invece gode di un’influenza coloniale, con i suoi palazzi che circondano piazza Talet Yaa e la chiesa cattolica di Santa Teresa. Interessante anche il Museo dei Dinosauri, mentre raggiungendo la zona di Xepon, ancora oggi si possono vedere i resti di quello che fu il così detto Sentiero di Ho Chi Minh.
E’ uno dei polmoni verdi più grandi del Laos, nella regione settentrionale del Bokeo. Questo parco nazionale sta diventando famoso soprattutto grazie alla presenza di svariate tribù di montagna. In questa zona si ha la possibilità di fare trekking inoltrandosi nella giungla, osservando animali come tigri ed elefanti.
Pakse, capitale della provincia di Champasak può essere vista come il punto di partenza per esplorare la regione circostante, compresi l’Altopiano del Bolaven e le Rovine di Champasak. La città è il punto di partenza del così detto “loop”, un percorso circolare che si snoda attorno al Bolaven Plateau, che poi si conclude con il ritorno in città. L’altopiano del Bolaven è un’area di origine vulcanica, caratterizzata dalla lussureggiante vegetazione, ricca di cascate e corsi d’acqua, dove è possibile ammirare bellissimi paesaggi. Si tratta di un luogo molto vero ed autentico, disseminato da villaggi piccoli e rurali, caratterizzato dalla fertilità dei suoi terreni, dai quali si produce una grande quantità di caffè e di tè.
Qui sorge anche il Villaggio di Tad Lo dall’atmosfera rilassata e autentica, incastonato in un bellissimo ambiente naturale; il villaggio sorge in riva ad un fiume, nei pressi della splendida cascata di Tad Lo, e di molte altre cascate.
Champasak, a circa un’ora da Pakse, è un piccolo paesino situato sulla sponda occidentale del Mekong. Oltre che essere un luogo davvero pacifico e tranquillo, si pensa che un tempo fu l’antica capitale dell’impero Khmer. La vera attrazione è il Wat Phou, uno dei più importanti templi khmer. Queste antiche rovine sono immerse in uno scenario molto suggestivo, circondato dalla natura. Le rovine sono situate ai piedi di una collina, dove si ha una meravigliosa vista sul paesaggio circostante.
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COME MUOVERSI IN LAOS:
Se si vogliono affrontare grandi spostamenti, Il mezzo più rapido per muoversi da nord a sud del Paese è sicuramente l’aereo, ma è possibile spostarsi anche con bus, minivan oppure imbarcazioni. Nelle grandi città il modo migliore, seppur i punti di interesse siano facilmente raggiungibili anche a piedi, è affittare una bicicletta o un motorino: in questo caso è bene sapere che le strade in Laos non sono in condizioni ottimali.
In Laos ci sono due stagioni climatiche: secca da ottobre ad aprile, umida da maggio a settembre. Il periodo migliore è sicuramente il primo, in particolare da novembre a marzo. La temperatura è piacevole in gran parte del Paese, ma se ci si avventura nelle zone di montagna, è importante avere con se sempre maglioni pesanti. Le piogge sono poche e di breve durata. E’ importante tenere presente che bisogna avere abiti comodi ma decorosi, soprattutto se si vogliono visitare i templi.
Il Larb o il Laap è il piatto più famoso. E’ una sorta di trito di carne di pollo o maiale o manzo oppure di pesce. Esiste anche nella versione vegetariana fatto solo di verdure o tofu. La carne viene condita con lime, salsa di pesce e varie erbe. Si può trovare sia crudo che cotto e in genere viene accompagnato da riso.
Un altro piatto è la Salsiccia Lao, fatta con carne di maiale, insaporita con aglio, peperoncino, lime, salsa di pesce e altre spezie. Viene cotta alla griglia e servita dentro foglie di banano.
Per un piatto più “leggero”, si può optare per il Tam Mak Hung, un’insalata di papaya che combina i quattro sapori alla base della cucina laotiana: l’acido del lime, il piccante del peperoncino, il salato della salsa di pesce e il dolce dello zucchero di canna.
La Baguette Lao Style è un classico per lo street food: il pane viene farcito con carne trita, pezzetti di tofu, varie erbe e una salsa agrodolce leggermente piccante; spesso viene aggiunta della cipolla croccante.
La BeerLao è la birra ufficiale del Paese. Viene servita nella versione sia scura che bionda. Per chi non beve alcolici, un’alternativa sono i Fruit Shake: frullati di frutta fresca preparati con ghiaccio, latte di cocco e varie combinazioni di frutti dalla papaya al mango.
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POPOLAZIONE: 7,062 MILIONI
SUPERFICIE: 237,955 KM QUADRATI
LINGUA PRINCIPALE: LINGUA LAO
SECONDA LINGUA PIU’ POPOLARE: INGLESE E FRANCESE
MONETA: KIP LAOTIANO (1 KIP= 0,000088 EURO)
PREFISSO TELEFONO: +856
DOCUMENTI: PASSAPORTO CON VALIDITA’ RESIDUA DI ALMENO 6 MESI, VISTO TURISTICO
Fonte video: Laos Tourism 2020 in 1 minute di Laos Simply Beautiful – ente del turismo
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